Gabriel Wyner

Il piacere e i vantaggi di imparare una lingua

Il cervello umano è come un muscolo. Quando è in forma ci sentiamo bene. Capire qualcosa ci riempie di gioia.
Carl Sagan

Probabilmente, avete comprato questo metodo assieme ad altri libri o applicazioni: un manuale di grammatica, un frasario, uno o due dizionari, una guida alla pronuncia e così via. Magari frequentate un corso di lingua, se non vi siete rivolti a un insegnante privato o iscritti a un programma full immersion. Avete trascorso centinaia di ore e creare e studiare flashcard. Che cosa guadagnerete da tutto questo investimento di tempo e di denaro? Quale premio vi aspetta alla fine del vostro percorso?

Se lo considerate da più punti di vista, otterrete moltissimo. Sotto l’aspetto strettamente economico, vi aprite un mondo di nuove possibilità di lavoro, in patria come all’estero. Negli ultimi anni, con l’aumento degli scambi internazionali sta crescendo anche la richiesta di personale per professioni in cui la conoscenza delle lingue straniere è un requisito fondamentale. Nei soli Stati uniti, entro il 2020 è previsto un aumento del 42 per cento della richiesta di interpreti e traduttori rispetto all’inizio del decennio.

Se la traduzione non è il vostro campo e non volete cambiare attività, avrete migliori possibilità di carriera. Le aziende vedono sempre di buon occhio un impiegato che sappia parlare un’altra lingua, anche se non deve necessariamente usarla per il lavoro che svolge. È un segno di intelligenza e competenza, e vi posizionerà su un gradino più alto rispetto ai colleghi.

Le scelte delle aziende non si basano sulle apparenze. La conoscenza di una lingua straniera non vi farà solo sembrare più intelligenti; lo diventerete davvero. Imparando un’altra lingua, cambierete per sempre la struttura del vostro cervello. I cervelli delle persone bilingui sono sensibilmente diversi da quelli chi conosce solo la proprio lingua madre: alcune aree cerebrali sono più sviluppate e studi recenti hanno dimostrato che non è necessario essere bilingui fin dalla nascita per mostrare queste evidenti qualità. Basta che impariate una lingua straniera e che continuate a parlarla; meglio la imparerete e la parlerete, più benefici ne trarrà il vostro cervello.

Anche la vita di tutti i giorni è influenzata dalla conoscenza di un’altra lingua. Quando imparate una lingua straniera, migliorate di riflesso anche la memoria e l’abilità nel gestirvi quando dovete svolgere più compiti contemporaneamente. Le persone bilingui riescono a concentrarsi meglio sul lavoro e a ignorare le distrazioni provenienti dall’esterno. Sono più creative e più portate il problem–solving. Rispetto ai colleghi monolingui, gli studenti bilingui riescono meglio nelle prove di lettere, matematica e scienze.

Tutti questi vantaggi – noti complessivamente come “effetto bilingue” – non derivano da un’intelligenza innata. Molti bilingui non lo sono per scelta, ma lo diventano solo perché crescono in famiglie dove si parlano due lingue. L’effetto bilingue è una sorta di intelligenza acquisita, che anche voi potete sviluppare imparando una nuova lingua.

Sono molte le ricerche ancora in corso sull’origine dell’effetto, ma quelli più recenti puntano verso una causa singolare: imparare una lingua straniera rende più difficile pensare. Quando studiate il francese, per esempio, è come se installaste nella vostra testa un piccolo francese che non sta mai zitto. Anche se provate a pensare nella vostra lingua, lui se ne sta seduti in un angolo e continua a mormorare in francese. Ricordate nel capitolo 2, quando abbiamo parlato di quei momenti in cui avete una parola sulla punta della lingua? Alle persone che parlano due lingue, capitano più frequente, perché devono passare in rassegna il doppio dei vocaboli. Le persone bilingui hanno anche più difficoltà a pronunciare il nome degli oggetti più semplici – quello è un tavolo, quello è un gatto ecc. Anche se alla fine riescono a trovare la parola giusta, impiegano più tempo, perché continuano a lottare con quel mostriciattolo francese.

In apparenza può sembrare inquietante, perché è come avere una sorta di schizofrenia acquisita. Ma il vostro cervello si adatta. Nel percorso di apprendimento di una lingua straniera, siete portati, vostro malgrado, a ignorare talvolta la vostra stessa lingua. Vi abituate a concentrarvi in presenza di una costante fonte di distrazione linguistica, e di conseguenza il vostro cervello impara a concentrarsi in generale. È come camminare con dei pesi attaccati alle caviglie; dopo un po’, il vostro corpo ci si adatta e si irrobustisce, e non ci fate più caso. L’apprendimento di una lingua rappresenta una sorta di prova di forza per il vostro cervello.

Non solo il cervello si rafforza, ma diventa anche più sano. Il cervello delle persone bilingui resiste meglio all’invecchiamento. Alcuni studi dimostrano che gli eventuali segni di demenza senile o di Alzheimer si manifestano con notevole ritardo nei bilingui rispetto ai monolingui. In media, il ritardo è di cinque anni, ma questi tempi si prolungano ulteriormente se una persona conosce più di due lingue.

Al di là dei vantaggi economici e mentali, c’è un aspetto ancora più prezioso. La conoscenza di una lingua fa bene all’anima. Permette di connettersi a nuove persone e nuove culture in un modo che non avreste mai potuto immaginare. I francesi sono diversi quando parlano francese, è la poesia tedesca è incantevole, ma solo in tedesco. Riuscite a cogliere aspetti differenti di un popolo o di una cultura, e a scoprirli perfino in voi stessi.

Io gesticolo in italiano. Devo gesticolare in italiano. Quando parlo italiano, mi viene voglia di viaggiare e di vedere cose meravigliose, di sdraiarmi al sole e di gustare bel cibo delizioso. La lingua italiana basta da sola a riempirmi di bellissimi ricordi, perché tutte le parole che pronuncio sono collegate ai momenti in cui le ho apprese. Gelato, per me, non é più la traduzione di ice-cream – è la ricerca certosina, durata sei settimane, del miglior gelato in Italia; è il gelato alla fragola di Roma, quello al pistacchio di Perugia – è il migliore gelato al cocco che mi sarei mai immaginato, gustato mentre le onde si infrangevano sulla battigia di un soleggiato porticciolo delle Cinque Terre. Le mie parole in italiano non sono soltanto le parole di tutti i giorni che ho usato per tutta la vita; sono una serie distinta di ricordi che ho costruito con le mani e con il mio cervello. Nell’imparare l’italiano, ho creato una nuova personalità per me stesso. Questo è il dono più prezioso dello studio di una lingua: conoscere una nuova parte di sé.

Non sono miei vaneggiamenti, è qualcosa che ho riscontrato in tute le persone poliglotte che ho conosciuto. Una delle mie insegnanti di francese era una signora americana che aveva sposato un francese e si era trasferita a Parigi. Quando parlava francese, era una delle donne più eleganti e affascinanti che avessi mai conosciuto. L’ultimo giorno di lezione, finalmente scambiammo qualche parola in inglese. In un attimo, quella donna elegante si trasformò in una spregiudicata ragazza texana dal linguaggio colorito. Questo non significa che la sua parte francese fosse una finzione; era soltanto un aspetto diverso della sua personalità che veniva fuori quando parlava quella lingua.

A volte, una lingua straniera può sembrare una maschera dietro cui celarsi. È come una finzione, interpretare un ruolo che non ci appartiene. In quei momenti ci si scopre a dire cose che non si sarebbero mai dette nella propria lingua. Si è più aperti. Ci si lascia andare più liberamente. Dopotutto non siete veramente voi; é solo un gioco.

E invece non è così.

Quella persona siete voi.

Ed è un aspetto della vostra personalità che potete scoprire soltanto parlando un’altra lingua.


Traduzione di Maurizio Migliaccio


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